Dolls, “ Quella donna è famosa lo sapevi? Ogni sabato porta il pranzo per due e aspetta su quella panchina il suo amore scomparso. ”

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view post Posted on 5/4/2012, 19:38
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Il "Divo"

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Titolo originale: ドールズ - Dolls
Paese: Giappone
Anno: 2002
Durata: 114 min
Genere: drammatico, romantico
Regia: Takeshi Kitano
Soggetto: Takeshi Kitano
Sceneggiatura: Takeshi Kitano
Produttore: Masayuki Mori, Takio Yoshida
Fotografia: Katsumi Yanagishima
Montaggio: Takeshi Kitano
Musiche: Joe Hisaishi
Scenografia: Norihiro Isoda
Costumi: Yohji Yamamoto

Interpreti e personaggi

Miho Kanno Sawako
Hidetoshi Nishijima Matsumoto
Tatsuya Mihashi Il boss
Chieko Matsubara Ryoko, la donna nel parco
Kyôko Fukada Haruna, la pop-star
Tsutomu Takeshige il fan


Trama
Tre episodi, tre storie che hanno una concezione tragica dell'amore come comune denominatore. Matsumoto e Sawako, giovani amanti, vagano legati da una corda rossa, risoluti a tenere unite le loro esistenze fino alla fine; Hiro, potente yakuza, torna nel parco dove anni prima lasciò la sua fidanzata per inseguire il successo; Haruna, popstar caduta in disgrazia, si è ritirata nella sua casa sul mare, dove vive con il viso coperto dalle bende a causa di un incidente che l'ha sfigurata; sarà raggiunta da un fan disposto a tutto pur di dimostrarle la sua devozione.


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Dolls, non è un semplice avvicendarsi di eventi ma è un opera sublime, di simbolismi profondi e di amori traditi… La storia prende spunto dal teatro Bunraku,dal genio classico di chikamatsu (Meido no Hikyaku\Il Corriere per l’inferno) una tragedia sull’impossibilità di un amore tra un uomo e una donna condannati a fuggire dalla vita, insieme ma senza potersi toccare. Sono proprio le Bambole, nella prima parte del film ad introdurci alla storia; declamando”L’onore, la fama e il successo sono granelli di sabbia”. Le tre storie sono quindi dei quadri irrazionali in cui il successo (Nukui-Haruna) il potere (Hiro) e il denaro (Matsumoto Sawaco) portano i protagonisti ad una fine ineluttabile. Le loro storie sono un'unica storia vista da angolazioni diverse.I loro amori corrotti dal formalismo non possono raggiungere la perfezione e non appena divengono reali sfioriscono portandoli alla catarsi. Kitano cosparge il film di simbolismi: La pallina rosa (il proprio io) che Sawaco fa ondeggiare tra la luna e la terra è il simbolo del suo squilibrio mentale o anche il cameriere che caccia i due ragazzi davanti all’ albergo non è altro che il destino venuto a compiere il suo dovere. ma potrei citare ancora:la farfalla (la felicità), l’angioletto fissato da Sawaco ad inizio film e la collana col ciondolo a forma di angelo regalatale da Matsumoto (coscienza). Matsumoto e Sawaco con il loro vagabondare scandiscono il tempo della narrazione attraversando le quattro stagioni alla ricerca della felicità perduta. Il loro cammino è un po’ il cammino della vita dell’uomo in perenne ricerca di una felicità che non troverà mai.I loro visi sono atoni, le loro labbra inerti come delle marionette guidate da un sapiente regista.I due sono poi legati da una corda rossa simbolo dell amore e allo stesso tempo causa della loro morte. Il finale atroce con la morte di Matsumoto e Sawaco lascia vuoti, scossi, impauriti. ma quel sole che albeggia su di loro è una “luce” una speranza, un intima voglia di andare avanti. Questo film è un capolavoro senza tempo nel quale Kitano dimostra tutta la sua sensibilità d’animo e la sua ispirazione come regista. Certo il film soprattutto all’inizio è un po’ lento, stenta a partire, forse solo perché si discosta dei tempi serrati del consumo ma una volta abituati al suo ritmo ti porta per mano senza lasciarti più fino alla triste e meravigliosa fine.


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